First week

Prima settimana, e, purtroppo, iniziano a farsi sentire le difficoltà di adattamento. Come raccontavo ad alcuni, vivo in un villaggio, dove le case sono tutte appiccicate fra loro e il concetto di privacy è relativo. Ogni famiglia ha una piccola attività commerciale, e l’economia è relativamente chiusa. Questa è la casa del vicino:

Inoltre, sarò pur viziato, ma non è semplice privarsi di comodità quali un frigorifero o una doccia calda. Il problema maggiore di Jakarta resta comunque il traffico e il conseguente inquinamento, che rendono dispendiosi in termini di tempo anche spostamenti minimi.
Non bastasse, non ho ancora conosciuto altri stranieri, i ragazzi dell’AIESEC locale non escono, non fumano narghilé né bevono e il mio livello di indonesiano riesce a produrre al massimo frasi come “non capisco” o “come ti chiami?”, ma ripongo grande fiducia nel corso online che sto facendo =)

Il lavoro invece è piacevole, le persone sono gentili e i rapporti personali non sono stressanti come in Italia. Per esempio, la riunione di team di martedì scorso ha avuto luogo, anziché in un’asettica stanza d’ufficio, nel giardino botanico di una cttà vicina, sorseggiando cocco verde. Anche qua permangono alcune diversità culturali, per esempio ieri nel bel mezzo di un silenzioso pomeriggio di lavoro, una collega ha steso un tappeto per terra, si è imbacuccata in un velo e ha iniziato a pregare sul pavimento dell’ufficio. Sarebbe stato carino, ma ho ritenuto opportuno non fotografarla.

Un’altra storia interessante sulle differenze culturali è la seguente.

15 (circa) Aprile 2010, Sorocaba, Brasile. Ore 20. Emanuele e un membro di AIESEC Sorocaba stanno cenando. Da un buco fa capolino un piccolo topo, che scompare rapidamente. I nostri due eroi, però, non credono al disinteresse del roditore nei confronti delle loro scorte alimentari e il giorno seguente cospargono la casa di veleno, cestinano a malincuore gran parte del proprio cibo, e disinfettano con alcol gli utensili della cucina. Dopo alcune settimane senza novità, suppongono che il topo sia deceduto.

20 Aprile 2011, Jakarta, Indonesia. Ore 23. Emanuele sta lavandosi i denti in cucina prima di andare a letto. Da sotto lo scaffale compare un topo di dimensioni affatto ridotte. A Emanuele sfugge un urlo che sveglia buona parte degli inquilini, i quali escono dalle proprie stanze per vedere cosa sta succedendo. Scusandomi per il rumore prodotto a tarda ora, descrivo l’accaduto suggerendo di prendere provvedimenti urgenti, e giustifico aggiungendo che in Europa siamo convinti che i topi portino malattie. Il ragazzo di AIESEC Indonesia, dopo aver tradotto le mie scuse ai presenti, liquida l’avvenimento con un “Beh, non preoccuparti, non verrà a darti fastidio”, e se ne torna a letto.

A coloro che avessero avuto la pazienza di leggere fino a qui, chiedo consiglio sul da farsi.

A: Mettere di nascosto del veleno per topi in cucina
B: Chiedere permesso per mettere veleno per topi in cucina
C: Dormire sonni tranquilli
D: Altro (specificare)

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10 Responses to First week

  1. Siron ha detto:

    C: Dormire sonni tranquilli

    Ema! Deixe os ratos dormirem com você que logo você adquire resistência às doenças que eles transmitem!

    O mesmo diziam dos mosquitos no Brasil e nada se passou com você não foi?? Pois então! Hahaha

    Abraços!

  2. Andrea Benetton ha detto:

    Forza e coraio!

  3. Davide (moro) ha detto:

    Bha, cossa ti vol che sia pa un povero sorxetto, anche a venezia ci sono….io proporrei di avviare una procedura di deratizzazione.
    Metti il veleno, ma avvisa i tuoi coinquilini che il veleno per topi produce effetti sgradevoli anche agli esseri umani, e che quindi non deve essere ingerito.

    Muhaha
    Saluti….verremo!
    Dade

  4. davide vescovi ha detto:

    chiedi il permesso di avvelenare il roditore..se ti dicono di no prova a dormire sonni tranquilli..

  5. Bea ha detto:

    Ema…te lo posso giurare, i topi ci sono anche nelle cucine di costosissimi hotel europei, e spesso la legge per la protezione degli animali non permette di adottare rimedi in questo senso. Così si sceglie spesso la strada del “un topo?? Davvero?? Incredibile, le prometto che lo faremo sparire!”, ma sono cavolate, la gente se ne frega! Io la prenderei alla leggera, hanno solo avuto un approccio sincero alla situazione: ci sono topi, ce ne sono tanti, un bocconcino di veleno non ti permetterà di cacciarli, impara a conviverci…non di mordicchieranno le orecchie mentre dormi!!! 😀

  6. Simo ha detto:

    MITICO Lele!!!!
    C e semmai poi se magna (il sorcio)!

  7. matt ha detto:

    decisamente D!!!
    ema, ti suggerisco di ricorrere ai vecchi trucchi di nonna papera: come, per ovviare al problema delle mosche in bagno, è consigliabile depositare rifiuti corporei solidi in soggiorno; affinchè il ratto non venga a visitarti in camera, lascia del formaggio nascosto sotto i letti delle camere altrui, i quali non curanti continueranno a dormire sonni tranquilli…

  8. Alessandro Pietrobon ha detto:

    LOL!

    voto per l’avvisare i coinquilini….

    e, specifico, avvisare, non chiedere il permesso. xD

    buona disinfestazione e buoni sonni tranquilli!
    xD

  9. Silvana Foffano ha detto:

    ehm, ciao…QUANDO TORNIIII ….io ho paura dei topi!!!! quando è successo di averne visto uno di minuscolo abbiamo messo del topicida ….quella colla su cui i topi si incollano i piedini e le manine e poi quando questo succede ti avvisano con uno strano shisiiii …….interessante notare che ad ogni tentativo di scollare una rampetta l’altra si incolla di più…
    peccato non abbia suggerimenti su dove dirti di comprarla.
    suggerimento semplice: prendersi un gatto.
    MAMMA

  10. zia lilia ha detto:

    anche qui l’anno scorso abbiamo avuto il problema dei topi, ma sia Violetta che Biri ogni giorno ne facevano fuori uno.
    Visto che un gatto non cè l’hai fa come il conte di Monecristo: prova ad addomesticarlo!
    Auguri Ele un bacione!!!

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